Sony LinkBuds: le cuffie true wireless che controlli a gesti | Recensione

Sony LinkBuds: le cuffie true wireless che controlli a gesti | Recensione

Non è facile migliorare qualità e prestazioni delle cuffie true wireless. Le dimensioni sono infatti sempre più contenute e lo spazio di manovra si riduce via via con il tempo, ma non per Sony che cambia approccio e con le LinkBuds apre una nuova, inattesa, strada. Difficile trovare una definizione precisa, non siamo infatti innanzi a delle in-ear e tantomeno over-ear; il design è stato ripensato quasi completamente favorendo gli ingombri, l'indossabilità e il metodo di ascolto. Sono tanti coloro che non amano inserire alcunché all'interno del proprio orecchio, evitano gommini e rinunciano così alle classiche true wireless (denominate TWS per abbreviare). Le LinkBuds risolvono questo problema grazie ad uno speaker ad anello che direziona i suoni verso il condotto uditivo, riducendo l'invasività e lasciando al contempo spazio al foro centrale che fa passare il rumore ambientale. Una novità interessante in un settore in crescita esponenziale che conta solo in Italia 3,8 milioni di unità commercializzate solo lo scorso anno, con le true wireless che pesano addirittura il 52% sul totale delle cuffie. Un mercato florido che sta godendo anche delle ultime migliorie tecnologiche mobile, dalla miniaturizzazione dei componenti audio alle piccolissime batterie di lunga durata; in questo scenario Sony gioca da protagonista e non sta certo a guardare. Vediamo come è andata la nostra prova nella recensione delle Sony LinkBuds.

NUOVO APPROCCIO, NUOVA CATEGORIA

Al primo utilizzo è subito chiaro che ci si trova davanti a qualcosa di nuovo: indossare le Sony LinkBuds è infatti semplice ma non immediato, bisogna capire il meccanismo e trovare i giusti supporti. Questi ultimi sono dei doppi anelli in silicone che "abbracciano" il modulo centrale e si vanno poi ad incastrare sotto la piega interna del nostro orecchio, nella confezione ci sono 5 taglie ed è quindi facile trovare quella adatta alle proprie misure. Un primo compito necessario perché la vestibilità sia la migliore possibile - anche perché si tratta di cuffie che potenzialmente indosseremo per ore e ore - senza il fastidio delle in-ear che, dopo un certo lasso di tempo, tendono a stressare il condotto uditivo. Trovato il giusto mix addosso è altrettanto fondamentale il pairing (Fast) con il proprio smartphone e l'App Sony Headphones, aggiornata di recente proprio per supportare anche le LinkBuds. Per tutte le funzioni rimando al capitolo più in basso, adesso mi preme sottolineare il tipo d'interazione che Sony ha sviluppato, perché una volta scoperto questo dettaglio sono certo che ne vorrete sapere di più. Oltre alla qualità audio, all'ascolto e alla comodità, c'è un altro dettaglio che fa la differenza per le cuffie true wireless: i controlli. Ogni generazione vediamo dei passi in avanti, il touch è divenuto la regola e quasi tutte le TWS di un certo spessore permettono di cambiare traccia, gestire il volume e l'avvio o lo stop della riproduzione. Con le in-ear c'è il problema di dosare la forza: se i tap sono troppo delicati magari non sono riconosciuti, se sono troppo forti si rischia di farsi male. Sony ha così pensato di rendere "sensibile" anche l'area della guancia immediatamente sotto le cuffie. La superficie touch resta, sul modulo centrale che sta lontano dal condotto uditivo, ma una volta presa confidenza con questo metodo sarà inevitabile (e più comodo) fare dei tap sulle proprie guance. Qualcuno vi guarderà strano, ve lo anticipo, ma il sistema di riconoscimento è molto preciso e difficilmente ne farete a meno dopo qualche giorno.

CASE MINUSCOLO, AURICOLARI PIUMA

Sony ha evidentemente ascoltato le nostre "lamentele" e ideato un case molto piccolo e leggero: pesa soltanto 34g e integra anche una batteria interna capace di fornire altre 12 ore di riproduzione dopo aver dato energia agli auricolari. Gli alloggi sono magnetici e permettono un inserimento immediato e preciso, per la connessione diretta ci sono tre pogo pin. Il case ha una porta USB-C sul retro e a fianco un tastino che facilita l'associazione bluetooth qualore il fast pairing fallisca, insomma la classica dotazione ma in formato ridotto. Frontalmente c'è infine un LED di stato lungo e stretto. L'astuccio è piccolo ma ha una forma bombata, se fosse stato un po' più piatto sarebbe stato davvero perfetto da mettere in tasca. Gli auricolari contano su questo design rinnovato e giovano anche di dimensioni particolarmente limitate, con un peso ciascuno di soli 4,1 grammi con supporto in silicone inserito. Leggerezza fa anche rima con "comodità", il rischio per le orecchie è sempre quello di stressarle troppo con simili accessori. Per darvi un'idea, le top di gamma della casa giapponese, le 1000XM4 che abbiamo provato lo scorso anno, pesano quasi il doppio con i loro 7,3g per singolo auricolare. Particolare attenzione anche per la confezione, plastic free, e nei materiali: Sony ha infatti utilizzato soltanto della plastica riciclata proveniente da auto dismesse in USA e Giappone, un occhio di riguardo che dimostra la sensibilità sul tema che speriamo sarà d'esempio anche per altri.

IL SUONO CHE CAMBIA

Tutto molto bello, ma com'è il suono in ingresso e in uscita da queste TWS? Naturalmente si deve mettere in conto qualche compromesso rispetto alle migliori in-ear: dal mancato isolamento (volontario) alla pressione sonora raggiungibile. A garantire uno standard alto l'unità proprietaria con trasduttore ad anello, DAC e amplificatore per cuffie con processore integrato V1. E poi c'è anche la possibilità di attivare il Digital Sound Enhancement Engine (DSEE) tramite l'applicazione ufficiale, capace di ripristinare i suoni ad alta frequenza persi durante la compressione della sorgente musicale originale. Non si arriva ad altissimi decibel, non è necessario, il suono è comunque piacevole e pulito, con qualche mancanza più marcata di bassi e un maggior focus su medi e alti. Bene poi l'audio in uscita, le Sony LinkBuds sono state pensate proprio per un utilizzo prolungato che include ovviamente la gestione di chiamate vocali, aspetto su cui Sony mantiene alte le aspettative. Dalla mia prova diretta, a confronto con altri competitor, le nuove arrivate si dimostrano del tutto all'altezza, con un sistema di riduzione del rumore ambientale capace anche di limitare il fracasso di una motosega... (guardate il video per una prova d'ascolto diretta). Sono quindi al livello delle Oppo Enco X che ho utilizzato nell'ultimo anno, e non sfigurano neanche a confronto delle top di gamma 1000XM4, seppure nella nostra prova in video potrebbe essere entrato in gioco qualche elemento che ne ha ovattato fin troppo il suono.

APP E FUNZIONI PRINCIPALI

Anche per Sony vale la stessa regola che ormai si cita per tutti gli altri: il software è parte integrante dell'esperienza. Con "Headphones" si ampliano le possibilità di personalizzazione, controllo ed equalizzazione, la solita piattaforma ben strutturata che ormai abbiamo imparato a conoscere negli anni. Dalla voce "Sistema" è quindi possibile spaziare all'interno dei controlli touch dei singoli auricolari, quindi scegliere quale azione eseguire tra playback (per me scontato), volume, selezione canzone, assistente vocale (Google e Alexa) e Quick Access. Quest'ultimo permette in un passaggio di entrare nel mondo di Spotify e poi proseguire all'interno dell'immenso catalogo, senza dover mai prendere lo smartphone in mano. Non mancano ovviamente tutti gli indicatori di autonomia di cuffie e case, con percentuale sempre in bella vista, e poi l'opzione per il controllo adattivo del volume che aumenta se il suono ambientale è forte. Fondamentale la funzione Speak-to-Chat che ferma istantaneamente la riproduzione musicale quando emettiamo un qualsiasi suono, il microfono infatti è sempre in allerta ed evita così di dover eseguire qualche comando fisico per silenziare le LinkBuds. Basta ritornare poi in silenzio perché la riproduzione riprenda dopo qualche decina di secondi.

CONCLUSIONI E PREZZO DELLE SONY LINKBUDS

Sony parla di "nuove esigenze di ascolto" e in questo credo abbiano parzialmente ragione. Da un lato la necessità di parlare a distanza è cresciuta, complice anche il periodo non certo idilliaco, ma con questa sono cambiate anche le nostre abitudini lavorative. In più c'è la tecnologia che ha fatto dei notevoli passi in avanti ed è in grado di proporci delle true wireless così piccole come le LinkBuds, non per questo incomplete o castrate, tutt'altro. Alle nuove esigenze la casa giapponese risponde con una soluzione inedita, fresca, e lo ha fatto a mio avviso con un prodotto a fuoco, misurato e non troppo costoso. Il listino parla infatti di 180 euro per le due colorazioni grigio e bianco, ovvero poco sotto le WF-1000XM4 che adesso hanno otto mesi di vita e sono naturalmente più economiche di quanto non fossero al lancio: le si trovano mediamente tra i 190 e i 220 euro online. Non è tuttavia una comparazione adeguata, perché le LinkBuds fanno categoria a sé e sono profondamente diverse nell'esperienza sonora e nella comodità rispetto alle normali in-ear, per quanto avanzate tecnologicamente possano essere. Mi sono piaciute molto nell'utilizzo di tutti i giorni, in redazione mi permettono ad esempio di ascoltare musica senza isolarmi completamente e rendermi disponibile comunque alle chiacchiere con i colleghi. Le ho trovate ancora più adeguate per lo sport, sia corsa che altro, anche perché isolarsi non è sempre un'ottima soluzione durante l'attività fisica (dipende chiaramente dal contesto) e sono comunque certificate IPX4 e non temono pioggerella e sudore. Insomma una soluzione concreta per chi ha necessità o voglia di tenere tanto le cuffie alle orecchie ma fa a pugni con le soluzioni più "invadenti" sul mercato, a volte ci si scorda quasi di indossarle.

COMODITA' E DESIGN COMODITA' E DESIGN PESO RIDOTTISSIMO PESO RIDOTTISSIMO NO RICARICA WIRELESS NO RICARICA WIRELESS 1 SOLO DISPOSITIVO PER VOLTA UTILIZZABILE 1 SOLO DISPOSITIVO PER VOLTA UTILIZZABILE

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