Silenzio, parla Huawei

Silenzio, parla Huawei

Riserva Phinda, KwaZulu-Natal, Sudafrica – Davvero Huawei sta lavorando da anni, alcuni quotidiani cinesi dicono addirittura sette, a un sistema operativo parallelo battezzato HongMeng OS o Ark OS? E cosa dire della “rossa alleanza” che si staglierebbe all’orizzonte, con altri produttori della repubblica popolare (Oppo e Vivo, dello stesso gruppo, e Xiaomi) che starebbero testando quell’ambiente sui loro dispositivi in ottica anti-Android? In attesa di capire come finirà la guerra commerciale fra Donald Trump e Xi Jinping – il presidente americano ha appena detto che i cinesi devono tornare agli accordi dello scorso gennaio – il caso Huawei, che da agosto non potrà più acquistare componenti e servizi da società hi-tech statunitensi come Google o Microsoft, continua a costituire il più articolato rompicapo degli ultimi tempi che incroci tecnologia, geopolitica e società.

Per dire le cose come stanno, fra un anno potremmo ritrovarci per le mani un ecosistema totalmente ribaltato in termini non sono di gadget e servizi che ci lavorano dentro ma anche di equilibri internazionali. In più, nelle ultime ore si sono accumulate numerose notizie sul punto: la leadership mondiale fra i produttori di smartphone che Huawei contava di raggiungere quest’anno e sarà rimandata al prossimo, la cancellazione del lancio del nuovo pc della famiglia Matebook (sono coinvolte Intel e ovviamente Microsoft) ma anche la verosimile conferma del nuovo phablet Mate, in autunno. Di questo e di altro abbiamo parlato in esclusiva con Winston Eavis, direttore della comunicazione per l’Europa Occidentale di Huawei che in passato ha ricoperto lo stesso ruolo per Samsung, in Sudafrica per un evento del gruppo.

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HongMeng OS è un progetto reale al quale state davvero lavorando da anni, com’è sembrato di capire in questi giorni, o è un ambiente che nonostante tutta l’urgenza della situazione non vedremo domattina?

“Non ho le specifiche di HongMeng o Ark, posso solo dire che da tempo siamo impegnati con Android e Android beneficia al massimo da averci come partner. Ci sono delle forze che ci ostacolano ma troveremo il modo di dare un seguito a questo rapporto”.

Il vostro principale obiettivo, dunque, è tenere aperta la partita Android più che minacciare il passaggio a un ambiente tutto vostro per gli smartphone?

“Sì, assolutamente. Ed è sempre stato il nostro obiettivo perché i consumatori amano Android con centinaia di milioni di dispositivi attivi in tutto il mondo. E anche se alcuni dei punti di cui si discute non dovessero risolversi, ricordiamoci che Android è un progetto open source. Quindi continueremo ad avere supporto e aggiornamenti. Certo c’è molto caos in questo momento, impossibile negarlo, ma la nostra preoccupazione è evitare che questa confusione si trasmetta ai consumatori”.

Qualcosa però sta accadendo, le persone si interrogano se acquistare o meno un nuovo dispositivo Huawei e su cosa accadrà con i prossimi modelli: forse tutto ciò a cui stiamo assistendo è un modo per far loro capire che Huawei ha un piano B?

“Come ho sempre detto, siamo molto chiari: nulla cambia sui dispositivi in circolazione. Per quelli futuri, invece, il punto è fare in modo che non cambi troppo. Se hai un P20 e vorrai comprare il prossimo modello della famiglia P, dovrai godere della stessa esperienza e delle stesse tecnologie. Android è stato il nostro focus e lo rimane. Qualcosa di nuovo che venga distribuito in breve tempo, come un nuovo sistema operativo, non garantirebbe una simile esperienza. Non è il momento: siamo concentrati su Android”.

Troppo presto, va bene. Ma su HongMeng ci state lavorando o meno?

“Una cosa posso dire: a Shenzhen si lavora su decine di diversi progetti, dalle batteria alla fotografia ai materiali, investiamo enormi quantità di denaro, 15 miliardi di dollari, nella ricerca, fatta solo da noi in completa autonomia”.

Quindi il suo messaggio è che, in ogni caso, Huawei potrebbe avere un’alternativa pronta.

“Credo che al momento il punto sia che nessuno sappia davvero come andrà a finire. Diciamo così: a qualsiasi soluzione arriveremo, sarà la migliore per i nostri clienti con una minima differenza rispetto alla situazione attuale”.

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Avevate programmato di toccare la vetta mondiale dei produttori di smartphone quest’anno: qualcosa ha rallentato, qualcosa di è complicato con questa situazione.

Siamo realisti. Abbiamo una sfida sul mercato e saremmo folli se non lo ammettessimo ma siamo ottimisti e molto concentrati. Le nostre ambizioni e le nostre tecnologie non cambieranno e non smetteremo di puntare a quell’obiettivo”.

La battaglia Usa-Cina è complicata da comprendere perché mescola due livelli: presunta sicurezza nazionale statunitense e rapporti commerciali fra i colossi. Ma è anche un modo per colpire l’Europa.

“Non posso parlare di quello che sceglie di fare il governo americano né so quello che pensa chi ne fa parte. Certo è complicato, ci sono forze enormi che si confrontano. Tuttavia devo dire che le reazioni sono opposte a quelle che ci si aspetterebbe: i consumatori, nei negozi e sui social, ci supportano. Più di quanto ci aspettassimo anche e soprattutto nei mercati in cui siamo più forti, come quello italiano. In Europa siamo i secondi per quota di mercato: nonostante tutti i nostri sforzi, il modo più lusinghiero è il passaparola che ancora continua a trainare la crescita dei nostri prodotti. Noi non siamo un’entità politica, siamo un’azienda flessibile: vogliamo solo continuare a vendere ottimi dispositivi”.

E l’eventuale alleanza con gli altri produttori, che starebbero testando il vostro sistema operativo?

“Leggo molto su questo e altri punti, decine di articoli al giorno, e molti aprono prospettive che avrebbero anche senso. Investiamo continuamente in ricerca e sviluppo ma su HongMeng non ho informazioni specifiche. Comunque mi lasci dire che ai consumatori non interessa il 19 agosto (giorno in cui scadrà la sospensiva del bando Usa contro Huawei, nda), non è un D-Day per noi. Qualunque strada imboccheremo rimarremo sui punti che ci hanno condotto al successo in questi anni”.

Confermate quindi la presentazione del Mate 30, programmata per l’autunno?

“Di solito lanciamo un nuovo dispositivo nella seconda parte dell’anno: ho motivi per credere che faremo lo stesso anche quest’anno”.

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