Huawei HongMeng OS: 1 milione di unità in test, anche da parte di OPPO e Xiaomi

Huawei HongMeng OS: 1 milione di unità in test, anche da parte di OPPO e Xiaomi

La notizia è al momento ancora un rumor, tuttavia non sembra essere affatto infondata, in quanto si tratterebbe di una reazione plausibile da parte delle principali case cinesi, le quali potrebbero affiancarsi a Huawei e - al fine di evitare di trovarsi in una simile situazione in futuro - coalizzarsi facendo un fronte comune contro gli Stati Uniti e - come effetto collaterale - contro Google , portando a pesanti perdite per la casa di Mountain View.

Aggiorniamo la notizia con un dettaglio molto interessante, emerso tramite i canali social di Global Times. Sembra infatti che HongMeng OS sia attualmente in fase di test anche presso altri colossi cinesi , come Xiaomi e OPPO , fatto che aiuterebbe a spiegare il motivo per cui Huawei ha realizzato 1 milione di dispositivi apparentemente non destinati alla vendita.

Il South China Morning Post ha pubblicato un approfondimento dedicato ad alcuni dietro le quinte dello sviluppo di HongMeng OS, dal quale sono emersi alcuni dettagli interessanti. Ad esempio, non molti sapranno che Huawei ha cominciato a lavorare sul proprio sistema operativo ben 7 anni fa , quando nel 2012 un gruppo di dirigenti della compagnia si incontrarono con il CEO Ren Zhengfei per un brainstorming a porte chiuse divenuto noto internamente come "i discorsi in riva al lago", a causa della location scelta, una villa lacustre nei pressi di Shenzhen.

Secondo alcune indiscrezioni provenienti da Rosenblatt Securities e riportate da ChinaDaily, pare che Huawei abbia già spedito oltre 1 milione di dispositivi equipaggiati con HongMeng OS per effettuare i primi test sul campo . Uno dei punti centrali del nuovo sistema operativo riguarda la piena compatibilità con le applicazioni Android e, secondo le prime indiscrezioni, pare che offra anche un livello di protezione maggiore per quanto riguarda i dati personali dell'utente.

Il sistema operativo, infatti, avrebbe dovuto ricoprire il ruolo di ultima risorsa nel caso in cui l'accesso ad Android e Windows non fosse più stato garantito, motivo per cui non era tanto importante produrre risultati economici positivi, bensì era prioritario che il tutto fosse pronto all'uso non appena questo scenario si sarebbe potuto concretizzare

Nel corso degli anni il progetto è andato avanti assorbendo ingenti risorse finanziare , senza mai produrre risultati positivi per le casse della società. Ma non era questo lo scopo ricercato, dal momento che gli embrioni di HongMeng OS sarebbero serviti a dare vita ad una piattaforma che potesse affrancare la società dalla dipendenza creata nei confronti degli Stati Uniti.

In quell'occasione i vertici della società discussero di come prepararsi a contrastare la crescita inarrestabile di Android e gettarono le basi per quello che sarebbe diventato uno dei principali progetti segreti della società: un sistema operativo proprietario , in grado di adattarsi a qualsiasi dispositivo, dagli smartphone ai PC, passando per le auto, basato sullo studio dei due principali concorrenti, Android e iOS.

Oggi siamo arrivati a quel momento e - come riportato in apertura - la società si sta preparando a testare la sua piattaforma nel mondo reale, con oltre 1 milione di terminali. Nel corso di questi 7 anni, infatti, Huawei ha collaudato internamente HongMeng OS, ottenendo ottimi risultati in termini di usabilità e compatibilità con le app Android, tuttavia manca un vero e proprio test sul campo che possa permettere al sistema operativo di giungere in commercio in tutta tranquillità; d'altronde abbiamo già visto che prodotti perfettamente funzionanti in laboratorio, si rivelano essere completamente inadatti all'utilizzo di tutti i giorni. Huawei deve assolutamente evitare questo, specialmente in questo momento.

Lo sviluppo di HongMeng OS è infatti avvenuto sempre all'interno di strutture super segrete, nelle quali solo una ristrettissima cerchia di personale autorizzato poteva farvi ingresso, ovviamente senza portare con sé alcun dispositivo o attrezzatura che potesse compromettere la segretezza del progetto. Nelle ultime settimane questa è venuta meno per volere di Huawei stessa, la quale ha dovuto far sapere al mondo che le vicende legate al ban non hanno compromesso la sua capacità di realizzare il software alla base dei suoi prossimi dispositivi.


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